TRATTAMENTO DEL DIABETE
Introduzione
Un buon controllo metabolico protegge la persona con diabete, dalla possibilità di insorgenza delle complicanze a lungo termine. Il regolare monitoraggio del glucosio consente di gestire più efficacemente e consapevolmente la condizione poiché consente di comprendere meglio in che modo il cibo, il livello di attività, lo stress, i farmaci e l’insulina modificano i livelli sanguigni di glucosio e ad attivare immediatamente eventuali misure di intervento.
Inoltre, aiuta a verificare l’efficacia del trattamento offrendo così al medico numerosi elementi ed informazioni per ottimizzare la terapia ed il percorso di cura. Uno degli indicatori per valutare se il controllo metabolico è soddisfacente è costituito dall’emoglobina glicata (HbA1c), ovvero un test eseguito tramite un prelievo su sangue che misura la concentrazione media di glucosio negli ultimi 2/3 mesi. Tanto più sarà elevato questo valore, quanto più sarà elevata la concentrazione di glucosio nel sangue.
Le attuali linee guida indicano che l’obiettivo primario delle terapie è quello di mantenere i livelli di emoglobina glicata a concentrazioni non superiori al 7%, meglio se sotto il 6,5%.
In associazione all’emoglobina glicata, gli utilizzatori di sistemi per il monitoraggio in continuo della glicemia (CGM), hanno a disposizione ulteriori indicatori che forniscono gli obiettivi, in termini di tempo, da trascorrere all’interno di uno specifico intervallo glicemico: TIR (time in range – letture comprese tra 70-180 mg/dL), TAR (time above range – letture >180 mg/dL ), TBR (time below range – letture <70 mg/dL).
Nella popolazione generale con diabete tipo 1 e tipo 2 è raccomandato il conseguimento delle seguenti percentuali:
TIR: >70%, TBR<70 mg/dl: <4%, TBR<54 mg/dl: <1%, TAR>180 mg/dl: <25%, TAR>250 mg/dl: <5%.
Obiettivi più prudenziali sono proposti per i soggetti con diabete tipo1 e tipo 2 anziani e/o ad elevato rischio di complicanze e/o con comorbilità e/o con necessità di assistenza. Mentre, per le donne con diabete tipo 1 in gravidanza sono proposti range a livelli glicemici più stringenti.
Trattamento Diabete Tipo 2
(alimentazione, stile di vita, farmaci, insulina)
I pilastri fondamentali della terapia del diabete di tipo 2 sono costituiti dall’assunzione di uno stile di vita corretto, ovvero, l’attuazione di una dieta sana ed equilibrata, e la pratica regolare di esercizio fisico. La dieta di una persona con diabete non differisce molto dalla dieta sana, consigliata a qualunque persona, anche in perfetta salute. Si tratta, quindi, di una dieta equilibrata, in cui nessun alimento è proibito ma tutti vanno assunti nelle giuste quantità, con i giusti abbinamenti e con la corretta frequenza, con particolare riguardo alla quantità ed alla qualità dei carboidrati.
Fondamentale è, comunque, la riduzione calorica, unita a un’adeguata attività motoria, per favorire il dimagrimento in caso di sovrappeso e obesità. Altrettanto importante è, comunque, l’educazione terapeutica mirata a correggere le abitudini dietetiche scorrette. L’attività fisica permette effetti positivi sullo stato di salute generale e arreca notevoli benefici da un punto di vista del benessere psico-emotivo. Nel caso in cui le modifiche allo stile di vita non fossero sufficienti, sarà necessario ricorrere al trattamento farmacologico.
Il farmaco di elezione per il trattamento del paziente T2 è la metformina; sulla base del rischio CV e renale verranno attuati degli algoritmi di trattamento che prevedono altre classi di farmaco (es.: PIOGLITAZONE, DPP-4 , SGLT-2, GLP-1). In alcuni casi sarà necessario ricorrere al trattamento insulinico che in determinate circostanze e a parere del medico, potrà anche essere abbinato con altre classi di farmaci.
Trattamento Diabete Tipo 1
La terapia del diabete di tipo 1 si fonda sulla necessità di compensare la totale assenza di produzione insulinica fisiologica, attraverso la sua somministrazione dall’esterno. La terapia insulinica è considerata come salva-vita nel soggetto con diabete tipo 1 che per nessun motivo deve sospenderla, neppure se non si alimenta.
Tale somministrazione insulinica, può avvenire secondo due modalità:
- per iniezione sottocutanea, più volte al giorno, attraverso l’uso di una “penna” che contiene una cartuccia di insulina e un piccolo ago da sostituire ad ogni uso, detta anche terapia multi-iniettiva o MDI (multiple daily injection).
- tramite una pompa per insulina, ovvero un dispositivo di piccole dimensioni in grado di infondere continuativamente delle microdosi di insulina, definito come fabbisogno basale, in maniera programmata e secondo le necessità individuali. All’infusione continua si associano boli di insulina prandiali, ovvero in occasione dei pasti, e/o boli correttivi, erogati sempre attraverso lo stesso apparecchio. I boli hanno lo scopo di correggere l’iperglicemia (alti livelli di glucosio nel sangue) correlata ai pasti, oppure eventuali picchi di iperglicemia non correlati alla assunzione di carboidrati. Questa modalità terapeutica si accosta, più della terapia multi-iniettiva, alla normale e fisiologica secrezione insulinica da parte del pancreas.
Tecnologie applicate al diabete
La gestione del diabete ha visto, in particolar modo negli ultimi anni, un susseguirsi di innovazioni tecnologiche introdotte con l’obiettivo di facilitare la gestione del diabete, migliorare la qualità di vita dei pazienti e consentire di ottenere esiti clinici più favorevoli.
Infatti, il ricorso alle tecnologie più avanzate consente di ottenere un migliore compenso glicemico, una minore esposizione a episodi ipoglicemici gravi e/o moderati e, rispetto alla terapia multi-iniettiva, consente una maggiore flessibilità, favorendo, inoltre, l’autonomia dei pazienti nella gestione della malattia.
Glucometri: Il glucometro è un dispositivo portatile in grado di misurare la glicemia attraverso l’esecuzione di un prelievo da sangue capillare, generalmente prelevato dal polpastrello, utilizzando una penna pungi-dito. Il campione verrà depositato su una striscia reattiva che inserita nel glucometro, permetterà di conoscere la concentrazione di glucosio in quel preciso momento. L’automonitoraggio glicemico deve essere effettuato secondo un preciso schema fornito dal medico che valuterà le informazioni raccolte per tradurle in decisioni utili alla definizione del trattamento. Sebbene rappresenti per molte persone con diabete, una parte integrante della gestione della patologia, l’automonitoraggio eseguito attraverso il ricorso ad un glucometro presenta numerosi limiti:
- effettua una ‘fotografia’ del valore di glicemia in quell’istante, senza fornire alcuna indicazione sull’andamento della glicemia, la sua velocità di variazione e la sua tendenza nel tempo;
- la necessità di pungersi ripetutamente durante la giornata rende scomodo, doloroso e frustrante questo metodo, riducendo, di conseguenza, l’aderenza a questa pratica.
Smart Pen: Le Smart Pen anche dette “penne intelligenti”, sono penne insuliniche che consentono di registrare automaticamente una serie di dati riferiti ai dosaggi somministrati (tipo insulina, dose e data), e inviandoli ad un app mobile compatibile via bluetooth. Anche grazie alla possibilità di ricevere promemoria circa la dose e il momento in cui è opportuno iniettare l’insulina, questi dispositivi possono semplificare e facilitare la gestione del diabete. Pur essendo un’utile opzione, la terapia MDI (o multi-iniettiva) attuata tramite l’adozione di “smart pen”, offre scarsa flessibilità terapeutica poiché il fabbisogno insulinico, in virtù dei molteplici fattori che influenzano costantemente la glicemia, varia continuamente.
Tecnologie avanzate (microinfusori, CGM): L’infusione insulinica sottocutanea in continuo (CSII) rimane il modello di terapia che più si avvicina alla secrezione fisiologica del pancreas. Il microinfusore o pompa per insulina è un piccolo dispositivo, contenente una cartuccia riempita di insulina collegata, attraverso un catetere che termina con un ago cannula, al tessuto sottocutaneo. Il microinfusore eroga l’insulina, esclusivamente ad azione pronta (analoghi rapidi), in modo continuo nelle 24 ore (infusione basale), con una velocità modificabile nell’arco della giornata secondo il fabbisogno individuale. I boli insulinici prandiali vengono somministrati dal paziente al momento dei pasti o per correggere iperglicemie intercorrenti.
Nell’ambito delle tecnologie per la gestione del diabete, un ruolo da protagonista è costituito dai sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio (CGM – Continuous Glucose Monitoring); sistemi che attraverso un sensore sottocutaneo sono in grado di rilevare in maniera continuativa (24/24) l’andamento del glucosio, la sua tendenza e velocità di variazione e di ricevere notifiche in caso di valori glicemici alti e/o bassi. L’integrazione di queste due tecnologie con degli algoritmi di controllo, ha permesso la recente introduzione sul mercato dei cosiddetti sistemi AHCL – Advanced Hybrid Closed Loop, detti anche più comunemente “pancreas artificiali”.
I componenti di un sistema AHCL sono quindi 3: la pompa per insulina, il CGM e l’algoritmo di controllo. L’algoritmo di controllo può essere integrato con il microinfusore o essere inserito in un’unità esterna, per esempio un app mobile. L’algoritmo, quando integrato nella pompa, evita la necessità di portare sempre con sé l’unità esterna e soprattutto, evita i ricorrenti problemi legati alla compatibilità delle app. L’algoritmo è il “cervello” che guida il funzionamento del pancreas artificiale in quanto determina, la quantità di insulina da infondere in maniera automatica, sulla base del valore di glucosio registrato dal sensore. Nel tempo sono stati sviluppati diversi algoritmi, ma due sono i più comuni: il PID (Proportional-Integral-Derivative) e l’MPC (Model Predictive of Control). L’algoritmo MPC, utilizzato nella quasi totalità dei sistemi avanzati, permette di effettuare una valutazione predittiva dell’andamento del glucosio nel tempo, regolando di conseguenza l’infusione insulinica. Infatti, i sistemi più evoluti, attraverso una valutazione predittiva a 30 minuti dell’andamento del glucosio (rilevato attraverso il CGM), permettono la modulazione automatica dell’infusione basale e l’erogazione automatica dei boli di correzione, quando necessari. L’unico intervento manuale a carico dell’utilizzatore sarà quello di inserire nel sistema le informazioni sull’introito di carboidrati del pasto e confermare le relative unità di bolo di insulina a copertura del pasto, calcolate dal sistema. In un sistema AHCL un ruolo cruciale è rivestito dall’accuratezza del CGM poiché dal valore che esso rileverà dipenderanno le azioni terapeutiche intraprese dall’algoritmo.
La terapia con sistemi AHCL migliora la variabilità glicemica, riduce la frequenza delle ipoglicemie, e aumenta considerevolmente il tempo trascorso all’interno dell’intervallo target (Time in range= intervallo glicemico compreso tra 70 e 180 mg/dl.).
Oltre all’impatto fortemente positivo sul compenso metabolico, l’adozione di questa tipologia di sistemi, consente uno stile di vita più flessibile, genera una riduzione del carico legato alla gestione quotidiana del diabete, aumentando così il benessere psico-emotivo.
Gestione della quotidianità
(dormire, intimità, viaggiare con tec avanzate)
L’utilizzo di un sistema avanzato AHCL consente di vivere con maggiore serenità garantendo così una miglior qualità di vita, una maggior flessibilità, consapevolezza e autonomia oltre a rappresentare un valido aiuto per conciliare la vita quotidiana con la gestione del diabete.
La grande portabilità e l’estrema miniaturizzazione di tutti i componenti che costituiscono un sistema AHCL, ne consentono un utilizzo estremamente discreto. Ci sono numerosi accessori (custodie, clip, fasce…)
a disposizione per indossare i dispositivi; se all’inizio a volte si può temere di scollegare accidentalmente il set infusionale, in particolar modo durante il sonno, dopo qualche tempo, ci si dimentica di averlo. Durante la notte è possibile tenere la pompa, ad esempio, nella tasca del pigiama o semplicemente appoggiarlo nel letto vicino a te. Sono anche disponibili le patch pump, la cui caratteristica principale è quella di non avere il catetere che collega il serbatoio di insulina della pompa e il sistema di infusione. Si posizionano direttamente sul corpo tramite un cerotto integrato (da qui il nome patch pump).
Affrontare l’intimità con il partner non dovrebbe rappresentare un problema; all’inizio ci si potrebbe sentire imbarazzati, ma quando entrambi sono abituati alla presenza dei dispositivi, diventeranno invisibili. Chi non riuscisse a superare l’imbarazzo può scegliere di disconnettere per un breve periodo la pompa per insulina, ricordandosi di consultare il medico circa il tempo massimo di disconnessione, ricordandosi di riconnettere la pompa successivamente.
Devi partire per un viaggio?
In caso di viaggio, i dispositivi dovranno essere portati con sé qualsiasi sia il mezzo di trasporto. L’importante è rispettare alcune semplici ed utili indicazioni, non dimenticando di portare una scorta di tutti i materiali di consumo necessari unitamente a una sufficiente scorta di insulina. Inoltre, importante sapere come affrontare al meglio i controlli di sicurezza prima di accedere al gate d’imbarco nel caso si scelga un aereo, e seguire alcune semplici raccomandazioni per viaggiare in tutta serenità. Se sei un utilizzatore di una pompa Tandem, qui (https://movi-elab.it/utilizzatori/documenti-utili/) troverai tante informazioni utili che ti permetteranno di godere al massimo del tuo viaggio